Premessa Programma

La Rete ecologica europea di aree per la conservazione della biodiversità (RETE
NATURA 2000) istituita dall’art.3 della Direttiva 92/43/CEE è costituita dai (SIC) Siti di
Importanza Comunitaria poi Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione
Speciale (ZPS) classificate dagli Stati membri a norma della Direttiva 79/409/CEE.
La Rete ecologica europea di aree per la conservazione della biodiversità serve a
garantire il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il ripristino, in uno stato di
conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di flora e fauna minacciati o in
pericolo di estinzione nella loro area di ripartizione naturale. Le singole Regioni e
Province autonome hanno individuato per la prima volta i siti destinati a costituire la
Rete Natura 2000 nell’ambito di un progetto coordinato a livello nazionale dal Ministero
dell’Ambiente, denominato Life Natura “Bioitaly” (1995) e gli elenchi dei relativi SIC e
delle ZPS sono stati poi pubblicati con una serie di Decreti ministeriali.

Obiettivo principale

Conservare e valorizzare il patrimonio di biodiversità marino della Calabria, riducendo e
controllando le pressioni umane che ne costituiscono una minaccia, favorendone un uso
economico e una fruizione sostenibili a beneficio delle attuali e future generazioni.

La Strategia

La strategia che si propone ARPACAL con il presente progetto è quella di (1)
implementare le conoscenze relative alla conservazione, gestione e monitoraggio dei siti
di importanza comunitaria (SIC) marini e costieri e (2) valutare la qualità ecologica delle
acque marino – costiere regionali attraverso l’attuazione del metodo CARLIT. Il fine è
quello di proteggere e ripristinare il mare calabrese e garantire che le attività umane
siano svolte in maniera sostenibile affinché le generazioni presenti e future possano
beneficiare di una risorsa biologicamente ricca, sicura, pulita, e produttiva.

La Metodologia per determinare lo stato di conservazione degli habitat marini

Le direttive sulla Natura mirano ad ottenere e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente di habitat e specie ed ogni sei anni gli Stati Membri sono tenuti a segnalare alla CE lo stato di conservazione della Rete sul proprio territorio. Per questo è fondamentale identificare delle metodologie standardizzate per valutare lo stato di conservazione e studiare misure per renderlo e mantenerlo soddisfacente.

Gli habitat marini sono estesi e complessi e la principale problematica deriva dal fatto che sono stati definiti, a differenza di quelli terrestri, non in base alle caratteristiche biologiche, ma partendo da peculiarità geomorfologiche. Inoltre molti habitat comprendono differenti comunità biologiche, ognuna delle quali dovrebbe essere definita e trattata separatamente (Davies et al., 2001). Per le specie è invece meno complesso definire dei criteri e delle metodologie o mettere a punto dei piani di monitoraggio e di conservazione.

Le Specie da Monitorare
Tursiops truncatus
(da indagare con risorse
MATTM POA 2018 “Marine
Strategy”)
Pinna nobilis
(da indagare con risorse
MATTM POA 2018 “Marine
Strategy”)
Lithophaga lithophaga Centrostephanus
longispinus
Il tursiope (Tursiops truncatus,
Montagu, 1821) o delfino dal
naso a bottiglia, è un cetaceo
odontoceto appartenente alla
famiglia dei Delfinidi
Comunemente nota come
nacchera, pinna comune,
cozza penna o stura, è il più
grande bivalve presente nel
Mar Mediterraneo. (Linnaeus
1758)
Il dattero di mare (Lithophaga
lithophaga, Linnaeus, 1758) è
un mollusco bivalve della
famiglia Mytilidae.
Il riccio corona o riccio
diadema (Centrostephanus
longispinus, Philippi, 1845) è
un riccio di mare della
famiglia Diadematidae,
diffuso nel mar Mediterraneo
Paramuricea clavata Corallium rubrum
(da indagare con risorse
MATTM POA 2018 “Marine
Strategy”)
Epinephelus marginatus Hippocampus
hippocampus
La gorgonia rossa
(Paramuricea clavata (Risso,
1826)) è una gorgonia
mediterranea della famiglia
Plexauridae
Il corallo rosso (Corallium
rubrum (Linnaeus, 1758) è un
octocorallo della famiglia
Coralliidae, diffuso nel mar
Mediterraneo
La cernia bruna (Epinephelus
marginatus, Lowe, 1834) è un
pesce appartenente alla
famiglia dei Serranidae.
Il cavalluccio marino
(Hippocampus hippocampus,
Linnaeus, 1758) è un pesce
d’acqua salata appartenente
alla famiglia Syngnathidae.
Hippocampus
guttulatus
Stenella coeruleoalba Delphinus delphis Physeter
macrocephalus
Il cavalluccio camuso
(Hippocampus guttulatus,
Cuvier, 1829) è un pesce
d’acqua salata appartenente
alla famiglia Syngnathidae,
diffuso nel Mar Mediterraneo
La stenella striata (Stenella
coeruleoalba, Meyen 1833) è un
cetaceo odontoceto
appartenente alla famiglia dei
delfinidi che vive nelle acque
temperate
Il delfino comune (Delphinus
delphis, Linnaeus, 1758) è un
mammifero marino della
famiglia Delphinidae.
Il capodoglio (Physeter
macrocephalus, Linnaeus 1758)
o fisetere (dal greco φῡσητήρ,
phȳsētḗr, “sfiatatoio”, “che
soffia”) è il più grande di tutti
gli Odontoceti e il più grande
animale vivente munito di
denti, misurando fino a 18
metri di lunghezza.
Globicephala melas
Il globicefalo (Globicephala
melas (Traill, 1809)), chiamato
anche delfino pilota o balena
pilota, è una delle due specie
di cetacei del genere
Globicephala, insieme al
globicefalo di Grey. Fanno
parte della famiglia
Delphinidae.
Lo Stato di conservazione soddisfacente

Lo stato di conservazione soddisfacente di un habitat e di una specie di interesse comunitario è definito dall’art.1 della direttiva Habitat come la somma di tutti i fattori che, agendo su habitat e specie (distribuzione, struttura, funzione e abbondanza), determinano una condizione di stabilità o incremento della struttura e delle funzioni necessarie al proprio mantenimento a lungo termine. Lo stato di conservazione di un habitat dipende chiaramente dallo stato di conservazione delle specie che lo caratterizzano (specie tipiche): l’habitat è valutato in condizione soddisfacente se lo sono anche le sue specie tipiche.

Per un habitat lo stato di conservazione è soddisfacente quando:

  • il suo range di distribuzione naturale è stabile o in estensione;
  • la struttura e le funzioni specifiche necessarie al suo mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere in un futuro prevedibile;
  • lo stato di conservazione delle specie tipiche è soddisfacente (come di seguito indicato).

Per una specie lo stato di conservazione è soddisfacente quando:

  • l’andamento delle popolazioni indica che tale specie continua o può continuare ad essere vitale;
  • l’area di ripartizione naturale non è in declino né rischia di declinare in un futuro prevedibile;
  • esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat sufficiente affinché le sue popolazioni si mantengano a lungo termine.

La CE per coadiuvare gli Stati Membri nella risoluzione di questa problematica ha redatto e più volte aggiornato il “Manuale d’interpretazione degli habitat dell’Unione Europea”, le cui ultime versioni (2007, 2013) sono state modificate per includere le informazioni sugli habitat marini (EC, 2013b). Alcuni Paesi europei stanno tentando di strutturare dei programmi di monitoraggio e di valutazione dello stato degli habitat, basandosi sulla suddivisione degli habitat in unità biologiche significative secondarie (sub-features), per tenere conto di tutte le comunità biologiche presenti negli habitat elencati in direttiva.
Questo approccio è stato affrontato per la prima volta nel Regno Unito (Davies et al., 2001), ed è stato poi seguito anche in Danimarca sia per predisporre un tool per la valutazione dello stato di conservazione degli Habitat (Dahl et al., 2004) che per strutturare un programma di monitoraggio (Skov et al., 2012).

Entrambe le metodologie messe a punto prevedono:

  1. Identificazione e definizione di unità biologiche significative secondarie (sub-features) –
    Per monitorare e gestire gli habitat marini è opportuno suddividerli in unità più
    piccole dette sub-features. L’operazione prevede ovviamente che ci sia una buona
    conoscenza della distribuzione degli habitat, approfondita con tutti i mezzi a
    disposizione (cartografie, sonar, immersioni dirette etc…). Le sub-features sono
    comunità biologiche distintive e distinguibili per caratteristiche strutturali o
    geografiche.
  2. Definizione delle pressioni che agiscono sulle unità biologiche significative secondarie –
    Identificare pressioni e minacce, nonché la sensibilità degli habitat a queste
    pressioni è un prerequisito fondamentale per sostenerne o migliorare lo stato di
    conservazione.
  3. Identificazione di indicatori – Un buon indicatore deve essere facile da misurare e
    riflettere in maniera comprensibile i cambiamenti di stato di un certo elemento
    della biodiversità, e deve essere correlato con le pressioni esistenti e applicabile a
    diverse scale geografiche.

Di seguito viene riportata una tabella esemplificativa con alcuni dei messaggi chiave al fine di ottimizzare la designazione delle misure di conservazione nei siti SIC marini Natura 2000 della Regione Calabria.

OBIETTIVO AZIONE
Ogni sito deve avere obiettivi
di conservazione chiari e
quantificati
Per ogni sito deve essere chiaro il motivo della designazione,
habitat e specie presenti


Tutte le valutazioni di impatto devono essere riferite agli
obiettivi di conservazione individuati

Raggiungere lo stato di
conservazione soddisfacente
per habitat e specie
Attivare un metodo di valutazione dello status di conservazione


Attivare un metodo di monitoraggio pluriennale

Designare un piano di
monitoraggio che soddisfi
vari requisiti dettati dalla CE
Mettere a punto una procedura di monitoraggio standardizzata


Impostare il monitoraggio dei siti in modo da tenere in
considerazione tutte le richieste presenti nelle varie direttive
comunitarie

Assicurare la giusta
protezione a specie migranti e
con alta mobilità
Produzione di piani di conservazione
Designazione di misure di
conservazione
Effettuare un’analisi dei rischi


Documenti generali di gestione dell’attività con valenza
pluriennale


Le autorizzazione alle attività vanno sottoposte alla valutazione
di incidenza

Cooperazione tra le parti Condivisione dei dati, favorire il follow-up dei vari progetti in corso, etc..
Interventi e Azioni

I dati derivanti da programmi di sorveglianza e di monitoraggio devono consentire alla Regione Calabria di identificare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat presenti nei siti.
Si dovranno, altresì, anche identificare eventuali fonti di pressioni. Dopodiché, dovranno definire misure adeguate di mantenimento e/o conservazione per garantire uno stato di conservazione “soddisfacente” Conformemente all’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva “Habitat”, dovranno istituire le necessarie misure di conservazione compresi, se necessario, piani di gestione realizzati appositamente per i siti.
Per i diversi elementi sottoposti a tutela in un determinato sito, il loro stato di conservazione attuale, lo stato da conseguire e il periodo di tempo in cui tali azioni devono essere portate a compimento, sono gli elementi principali per la definizione delle misure di conservazione da adottare. Pertanto, l’Arpacal è incaricata di identificare le necessarie misure di conservazione e i successivi parametri dell’attuazione e applicazione.
A tale scopo è necessario un programma di monitoraggio per valutare la condizione attuale del sito e per dare forma ad adeguate misure di manutenzione e/o ripristino. Le autorità nazionali sono responsabili del monitoraggio del sito (direttiva “Habitat”, articolo 11). La valutazione dell’efficacia e dell’idoneità delle misure attuate consentirà all’autorità responsabile del sito di pianificare nuove attività per raggiungere obiettivi di conservazione e per riferire circa lo stato di conservazione del sito conformemente ai requisiti della direttiva “Habitat” (articoli, 11, 17…) e della direttiva “Uccelli selvatici” (articoli 4, 12…).

La seguente tabella, inclusa nel documento, sarà utilizzata dall’ARPACAL per fornire un orientamento generico per lo sviluppo di sistemi di valutazione e per incoraggiare standard per la valutazione e per la stesura di relazioni.

Sintesi del quadro WCPA
Elementi di valutazione Spiegazione Criteri valutati Oggetto principale della valutazione
Contesto A che punto siamo?
Valutazione
dell’importanza, delle
minacce e
dell’ambiente
politico
Importanza
Minacce
Vulnerabilità
Contesto nazionale
Stato
Pianificazione Che cosa vogliamo
fare?
Valutazione della
concezione e della
pianificazione delle
aree protette
Legislazione e
politiche sulle aree
protette
Concezione del
sistema delle aree
protette
Progettazione riserve
Pianificazione
gestione
Idoneità
Elementi da fornire Che cosa serve?
Valutazione delle
risorse necessarie per
la gestione
Risorse agenzia
Risorse sito
Partner
Risorse
Processo Come fare?
Valutazione delle
modalità di
realizzare la gestione
Idoneità dei processi
di gestione
Efficienza, idoneità
Risultati Che risultati sono
stati ottenuti?
Valutazione
dell’attuazione dei
programmi e delle
azioni di gestione;
fornitura di prodotti e
servizi
Risultati delle azioni
di gestione
Servizi e prodotti
Efficacia
Esito Che cosa abbiamo
realizzato?
Valutazione degli
esiti e della misura in
cui sono stati
raggiunti gli obiettivi
Impatti: effetti della
gestione rispetto agli
obiettivi
Efficacia, idoneità

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