Chi Siamo

Il CENTRO REGIONALE DI STRATEGIA MARINA (C.R.S.M.) è una Unità Operativa Complessa, struttura funzionale alla Direzione Scientifica dell’ARPACAL – Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Regione Calabria, diretta dal Dirigente Dott. Emilio Cellini, biologo marino.
Il centro è regolato dalle norme previste a livello europeo dalla Marine Strategy Framework Directive: un protocollo che gli stati devono seguire, e che prevede una serie di interventi di monitoraggio delle acque, delle coste, dell’ecosistema, e che sono pensate per la protezione dei nostri mari. Il Marine Strategy Framework Directive è in sostanza il primo contesto normativo vincolante per gli stati dell’Unione europea che considera l’ambiente marino un sistema ecologico. L’obiettivo che pone far sì che gli stati raggiungano entro il 2020 il buono stato ambientale: il GES, “Good Environmental Status”.
Per far questo, i governi sono tenuti a mettere in atto per ogni regione o sottoregione marina, una strategia regolata dal protocollo, che prevede una “fase di preparazione” ed un “programma di misure”.
Per l’Italia, l’ente attuatore è il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Il Ministero, a livello regionale ha demandato alle 15 ARPA costiere italiane, agenzie regionali per l’ambiente, il compito di gestire i programmi di monitoraggio. Attraverso il Centro Regionale di Strategia Marina (C.R.S.M.), la Calabria è soggetto capofila della Sottoregione Mar Ionio-Mediterraneo Centrale, che ricomprende anche Sicilia e Basilicata.

Arpacal per l’ambiente Marino

L’ARPACAL fornisce un rilevante contributo nel monitoraggio dei parametri ambientali marini utili ad accertare lo stato di salute del mare calabrese.

IL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO PER IL CONTROLLO DEGLI AMBIENTI MARINO-COSTIERI ITALIANI DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con le Regioni costiere italiane, svolge da circa 10 anni un’attività sistematica di monitoraggio delle acque marino-costiere attraverso programmi di monitoraggio triennali. I dati provenienti da queste ricerche, tese ad ottenere le conoscenze di base sugli ecosistemi marini, sono a tutt’oggi gli unici che descrivono a livello nazionale la qualità di tali ambienti. Il programma 2001-2003, in base ad analisi statistiche sui dati pregressi, ha focalizzato le indagini su 73 aree, di cui 57 sono aree critiche e 16 sono aree di controllo. Vengono indagate diverse matrici ambientali (colonna d’acqua, plancton, sedimenti, molluschi e benthos) con campionamenti quindicinali, semestrali ed annuali.

La “Marine Strategy”

La Comunità Europea, con la direttiva 2008/56/CE, ha dato mandato ai Paesi membri di realizzare delle strategie nazionali volte a salvaguardare l’ambiente marino che coinvolgano tutte le principali istituzioni attive sul mare.

L’Italia ha recepito questa direttiva con il D.Lgs. 13 ottobre 2010, n° 190 che ha conferito al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) il compito di coordinatore della strategia attraverso un organo denominato Comitato Tecnico per la Strategia Ambientale Marina (c.d. Marine Strategy).

A tale Comitato nazionale partecipano i rappresentanti dei principali Dicasteri attivi nel campo della tutela ambientale marina tra cui un rappresentante dell’ARPACAL.

In particolare, sul piano tecnico – operativo la Marine Strategy nazionale si realizza attraverso una serie di fasi:

  • la valutazione dello stato attuale delle acque marine nazionali (fase già completata);
  • la determinazione dell’obiettivo da raggiungere: il “buono stato ambientale marino” o Good Environmental Status – GES  (già effettuata);
  • la definizione dei “traguardi ambientali marini” (TARGET) attraverso i quali sarà possibile raggiungere il GES (già effettuata);
  • l’elaborazione dei programmi di monitoraggio dei parametri che attestano la salute dell’ambiente marino (in corso);
  • l’elaborazione delle azioni da compiere per raggiungere il GES e mantenerlo, una volta raggiunto. (da definire).

La valutazione iniziale dello stato delle acque marine e l’individuazione dei parametri che danno luogo ad un GES ovvero l’indicatore generale atto a definire il “buono stato ambientale” dei mari nazionali, sono state effettuate sulla base di 11 parametri specifici, individuati dalla stessa Commissione Europea e denominati “DESCRITTORI”. Il controllo sistematico di tali DESCRITTORI costituirà, pertanto, il Piano Nazionale di Monitoraggio Ambientale  e permetterà di individuare dei traguardi ambientali il cui raggiungimento porterà all’ottenimento del GES.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), su incarico del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, al riguardo ha redatto un documento denominato “Architettura per il Piano Nazionale di Monitoraggio” che individua i suddetti descrittori e definisce le modalità operative del monitoraggio.

Il Contributo dell’ARPACAL alla “Marine Strategy”

L’ARPACAL ha collaborato alla redazione del GES, dei Traguardi ambientali marini e dei Piani di Monitoraggio in diversi campi della tutela ambientale marina.

Tra questi:

  • l’Habitat del fondale marino e delle biodiversità;
  • le Condizioni ambientali marine.

Nell’ambito del monitoraggio ambientale marino il contributo dell’ARPACAL  avverrà, pertanto, sia in termini di supporto logistico con navi e mezzi minori operanti sia in acque costiere, sia tramite competenze specifiche degli Enti Tecnici specialistici.

In particolare, la ARPACAL può contribuire nella fase di monitoraggio con:

  • l’impiego di unità navali per il monitoraggio dei Descrittori, in sinergia con le attività istituzionali;
  • l’impiego dei dati acquisiti nel corso dello svolgimento delle Campagne Idro-oceanografiche e dei dati provenienti dalle collaborazioni con Enti di ricerca;
  • la fornitura dei dati idro-oceanografici in possesso dell’I.I.M.;
  • il monitoraggio di “Habitat biogenici – Coralli bianchi profondi”;
  • l’impiego delle Unità Idrografiche e dei Cacciamine per il controllo di specifici parametri con impiego di ecoscandagli multibeamside scan sonar, benne, e veicoli subacquei guidati e remoti (ROV/AUV);
  • lo svolgimento di apposite spedizioni idrografiche per indagini specifiche;
  • l’acquisizione dei dati acustici relativi al naviglio mercantile.
Good environmental status (GES) – buono stato ecologico: stato ecologico delle acque marine tale per cui queste preservano la diversità ecologica e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi nelle proprie condizioni intrinseche e l’utilizzo dell’ambiente marino resta ad un livello sostenibile, salvaguardando in tal modo il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future.
Il Finanziamento a rimborso del Ministero dell’Ambiente

Il CRSM – centro di Crotone rendiconta le risorse che impiega per la sua attività al Ministero dell’Ambiente. Per far questo, sono state prodotte oltre 500 atti amministrativi deliberanti, ognuna delle quali si compone di circa 25/30 procedimenti. Segno di indubbia vitalità ed efficienza del comparto, che hanno portato all’implementazione ed al potenziamento di dotazione strumentale, risorse umane, specificità. E considerando che l’area di Sottoregione di sua competenza, la Mar Ionio – Mediterraneo Centrale, comprende circa 1/3 delle coste d’Italia, il ruolo che Crotone acquisisce in quest’ottica, è ancora più strategico e fondamentale.

 
La Filosofia del CRSM

Anche grazie al finanziamento di strutture come queste, si rafforza la consapevolezza che le pressioni sulle risorse marine naturali e la domanda di servizi ecosistemici marini sono spesso troppo e che l’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto, salvaguardato e, ove possibile, ripristinato al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi.